Il lavoro a maglia, per lo più legato alla memoria delle nostre nonne, invece, è tornato molto di moda perché reputato dagli esperti un’efficace antistress per questi tempi così frenetici. La maglia si può fare mentre si ascolta la musica, si chiacchiera con le amiche o si controlla che i figli facciano i compiti. Per di più è un hobby poco dispendioso e il risultato sarà di poter stipare nell’armadio qualche capo in più per l’inverno.
Vi serviranno soltanto i ferri per lavorare la maglia, forbici, spilli e la giusta qualità di filati. Per chi è alle prime armi, i filati lisci, di lana o cotone, sono l’ideale, perché garantiscono il risultato anche quando non si realizzano punti molto precisi.
Passiamo, quindi, al lavoro vero e proprio: i movimenti di base sono quelli per ottenere la maglia diritta e la maglia rovescia. Nel primo caso si portano le maglie dal ferro sinistro al destro, nel secondo si procede esattamente al contrario. Con questi due movimenti è possibile realizzare gli intrecci principali del lavoro a maglia: il legaccio, il punto grana di riso e la maglia rasata.
La maglia legaccio è la più semplice e viene utilizzata per maglioni o sciarpe dall’intreccio molto morbido; la maglia rasata invece è più adatta per guanti e calze, perché prevede un lato dritto e uno rovescio; infine, il punto grana di riso, che si ottiene alternando una maglia diritta a una rovescia, essendo molto solido è ideale per coperte o abiti dagli intrecci fantasiosi.
Per esercitarvi, provate a sviluppare un minimo di 24 maglie, necessarie a completare il motivo di un’unità di tessuto, prima su un ferro e poi sull’altro, senza tendere troppo il filo, per mantere i punti leggermente allentati, così da poter ricominciare da capo nel caso il lavoro non riuscisse come desiderato.