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Come Potare i Rami più in Alto

Potare i rami più in alto è fra gli interventi arboricoli che richiedono maggiore attenzione, perché combina tecnica di taglio, valutazione fisiologica dell’albero e gestione del rischio in quota. Lo scopo è alleggerire la chioma, rimuovere parti compromesse o orientare la crescita senza creare ferite eccessive né compromettere la stabilità del fusto. Per raggiungere i punti più elevati occorre inoltre padroneggiare attrezzature specifiche, pianificare l’area di lavoro a terra e rispettare le norme di sicurezza personale.

Indice

  • 1 Valutazione preliminare dell’albero e del contesto
  • 2 Scelta dell’attrezzatura e dei dispositivi di protezione
  • 3 Impostazione dei tagli e rispetto della fisiologia
  • 4 Tecniche di taglio da terra
  • 5 Lavori in quota con sistema di corda
  • 6 Gestione dei residui e igiene del sito
  • 7 Tempistica ideale e stress per la pianta
  • 8 Conclusione

Valutazione preliminare dell’albero e del contesto

Prima di impugnare qualsiasi strumento è indispensabile osservare la struttura della pianta dalla base alla sommità: occorre individuare i rami primari, leggere l’angolo di inserzione delle branche secondarie, localizzare eventuali cavità, scricchiolii o seccumi nascosti dalla chioma. La stessa attenzione va posta all’ambiente circostante, dal suolo su cui poggeranno scala o trabattello alla presenza di linee elettriche aeree, manufatti, auto in sosta o vie di passaggio. Il perimetro di caduta potenziale di rami deve essere delimitato con nastro segnaletico, mentre l’eventuale passaggio pedonale va deviato finché i lavori non sono terminati.

Scelta dell’attrezzatura e dei dispositivi di protezione

Per tagliare rami alti senza salire sull’albero esistono forbici da potatura telescopiche e segacci telescopici manuali e motorizzati, dotati di aste in fibra di vetro estensibili che permettono di raggiungere in sicurezza i cinque-sette metri; oltre tale quota diventa indispensabile la tecnica di tree climbing con imbracatura, corde da lavoro e punti di ancoraggio certificati. Chi opta per la scala deve scegliere un modello a tripode o una scala telescopica ancorata a terra con picchetti, mai una classica scala a pioli semplicemente appoggiata al tronco. Casco con sottogola, occhiali di protezione, guanti antitaglio e calzature con suola aderente non sono accessori opzionali ma elementi di base di un corretto equipaggiamento.

Impostazione dei tagli e rispetto della fisiologia

La potatura d’altezza segue gli stessi principi biologi che valgono per il resto della chioma, con l’aggravante che il margine di errore è minore: un taglio improprio in cima, lontano dal controllo diretto dell’operatore, risulta difficile da correggere. Il ramo va reciso qualche millimetro oltre il collare senza lasciare monconi, in modo da preservare l’anello di tessuto meristematico che dirige la cicatrizzazione. Nei punti in cui due branche si incrociano, la porzione da rimuovere è quella che compromette la forma o intercetta la luce in eccesso; fondamentale evitare tagli che superino il terzo del diametro del ramo portante, pena la comparsa di carie interni. Nei coniferi l’intervento va limitato a punte secche o lesionate, perché la riduzione vigorosa in cima può causare perdita definitiva dell’apice vegetativo.

Tecniche di taglio da terra

Quando si impiega l’asta telescopica, il segaccio o la catena va portata gradualmente in trazione, con movimento regolare e controllo costante dell’oscillazione del ramo. In presenza di branche voluminose è utile predisporre un taglio di alleggerimento sul lato inferiore, qualche centimetro esterno rispetto al taglio principale: ciò impedisce che il peso recida il ramo prima di completare l’operazione, strappando la corteccia verso il basso. Nei casi più complessi conviene fissare una corda di ritenuta oltre il punto da asportare e affidarla a un assistente a terra, in modo da guidare la caduta o calare lentamente il pezzo tagliato.

Lavori in quota con sistema di corda

Per alberi che superano gli otto-dieci metri o che presentano rami interni difficili da raggiungere da terra, il tree climbing rappresenta la soluzione più versatile e meno invasiva rispetto al cestello meccanico. La linea di corda statica viene lanciata oltre una branca robusta con sacchetto zavorrato, quindi si allestisce un nodo a frizione che permette di salire mantenendo sempre due punti di ancoraggio. L’operatore avanza fino al ramo da rimuovere, fissa una seconda corda di abbattimento e applica la stessa sequenza: taglio di appoggio inferiore, taglio di abbattimento superiore, controllo della caduta. Ogni manovra richiede attenzione alla posizione dei piedi e alla tensione dei sistemi anticaduta; il tempo speso per regolare correttamente gli ancoraggi è la migliore garanzia di sicurezza.

Gestione dei residui e igiene del sito

Una potatura ben condotta non si esaurisce con il taglio ma prosegue con la suddivisione del materiale di risulta. I rami fini possono essere cippati con biotrituratore a coltelli e impiegati come pacciamatura, mentre i tronchetti più grossi si accatastano per legna da ardere o si smaltiscono secondo la regolamentazione comunale. Il sito di lavoro va lasciato libero da segatura, sfridi e corde non raccolte, per evitare scivolamenti e ostacoli. L’operatore verifica infine che il collare del taglio sia pulito e che non vi siano scortecciature; le vernici cicatrizzanti non sono necessarie, salvo indicazioni fitosanitarie specifiche, perché la pianta possiede meccanismi interni di compartimentazione.

Tempistica ideale e stress per la pianta

I tagli in quota devono essere concentrati nei periodi a minore attività vegetativa, dunque fine inverno per le latifoglie caducifoglie, mentre nel caso di conifere il momento varia in base alla resina: l’inizio dell’autunno è spesso ideale perché la linfa si riduce e non si espongono i tessuti al gelo immediato. In piena estate si evita di effettuare tagli drastici, poiché l’evapotraspirazione è al massimo e l’albero può accentuare i fenomeni di stress idrico. In ogni caso, non andrebbe mai asportato più del venticinque-trenta per cento della massa verde in una singola stagione, specialmente se i tagli coinvolgono le parti più alte che incidono sulla fotosintesi complessiva.

Chi effettua potature alte senza adeguata formazione si espone non solo al pericolo fisico, ma anche a responsabilità in caso di caduta di rami o danneggiamenti a terzi. Le norme di sicurezza sul lavoro richiedono che l’operatore sia abilitato all’uso di dispositivi anticaduta e alla motosega in quota, e che rispetti la valutazione del rischio redatta prima di iniziare l’intervento. In ambito privato, ciò significa quantomeno aver frequentato un corso di base o affidarsi a un arboricoltore certificato; la spesa aggiuntiva viene compensata dalla garanzia di un lavoro rispettoso della fisiologia della pianta e delle norme vigenti.

Conclusione

Potare i rami più in alto è un’attività complessa che intreccia conoscenze botaniche, padronanza di attrezzature specialistiche e rigorose procedure di sicurezza. La chiave del successo risiede nella pianificazione: ogni taglio va pensato prima di salire, ogni strumento deve essere in ordine, ogni movimento in quota deve mantenere almeno due punti di ancoraggio. Agendo con metodo si ottiene una chioma più equilibrata, un ambiente di lavoro privo di incidenti e un albero che, grazie a tagli puliti e corretti, reagisce con cicatrizzazioni rapide e vigore vegetativo stabile nel tempo.

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