La lingua giapponese ha un sistema di scrittura fra i più complicati al mondo, perchè si compone di due alfabeti sillabici fonetici e di un insieme di ideogrammi.
Gli alfabeti fonetici sono composti da 48 segni per ciascuno, detti kana, per un totale di 196 segni, a cui vanno aggiunti i 1945 ideogrammi insegnati nelle scuole dell’obbligo giapponesi.
Gli alfabeti fonetici vengono chiamati hiragana e katakana, mentre gli ideogrammi sono definiti kanji, il sistema di scrittura, basato sulla mescolanza degli alfabeti con gli ideogrammi, è detto kanji kana majiri, che significa “mescolanza di kanji e kana”.
Funzione di kanji e kana
I kanji indicano la parte semanticamente più importante delle parola, ossia quella che contiene il significato, i kana, invece, si usano per le parti funzionali della frase ad esempio le preposizioni o la declinazione dei verbi.
Applicando questo sistema alla lingua italiana, considerando un verbo, ad esempio amare, si potrebbe dire che i kanji costituiscono la radice ‘am-‘, mentre i kana servono come suffissi da aggiungere per ottenere i diversi tempi, ad esempio per ottenere il futuro si aggiungerebbe il suffiso ‘-erò’, scritto con i kana.
L’esempio è ancora più chiaro se si sostituisce la radice ‘-am’ con un segno pittografico, come un cuore ♥, e si mantiene invece l’alfabeto latino per le desinenze, si avrà quindi ♥erò, ♥avo anzichè amavo o amerò, in linea di principio il giapponese funziona allo stesso modo solo che al posto del ♥ si avranno i kanji e al posto di ‘-erò’ o ‘-avo’ si avranno i kana.